Cardioasprina è un farmaco che qualsiasi infermiere avrà somministrato moltissime volte nella propria carriera professionale. Ma che cos’è effettivamente questo farmaco?
Una compressa di Cardioaspirina contiene come principio attivo acido acetilsalicilico 100 mg.
Gli eccipienti contenuti sono i seguenti: polvere di cellulosa e amido di mais. Il rivestimento è composto da copolimeri dell’acido metacrilico, sodio laurilsolfato, polisorbato 80, talco, trietile citrato.
Categoria farmacoterapeutica: Antitrombotici.
L’acido acetilsalicilico inibisce l’aggregazione piastrinica mediante blocco della sintesi del trombossano A2 nelle piastrine. Il suo meccanismo di azione si basa sulla inibizione irreversibile della ciclo-ossigenasi (COX-1).
L’acido acetilsalicilico appartiene al gruppo degli antinfiammatori non steroidei con proprietà analgesiche, antipiretiche e antinfiammatorie. Dosi orali più elevate sono utilizzate contro il dolore e nelle condizioni febbrili minori, come raffreddori o influenza, per abbassare la temperatura e alleviare i dolori articolari e muscolari, e nelle patologie infiammatorie acute e croniche, come l’artrite reumatoide, l’osteoartrite e la spondilite anchilosante.
La cardioaspirina è un farmaco utilizzato per prevenire eventi atero-trombotici maggiori.
Può essere utilizzato anche dopo ictus cerebrale o attacchi ischemici transitori (TIA) ed in pazienti con angina pectoris instabile ed angina pectoris stabile cronica.
Viene impiegato per la prevenzione della riocclusione dei by-pass aorto-coronarici, nell’angioplastica coronarica percutanea transluminale (PTCA) e per la prevenzione degli eventi cardiovascolari nei pazienti con malattia ateromasica conclamata, nei pazienti in emodialisi e nella prevenzione della trombosi durante circolazione extracorporea.
Può infine essere utilizzato per la prevenzione degli eventi cardiovascolari in pazienti ad elevato rischio.
Chi può assumere la Cardioasprina?
Questo farmaco deve essere somministrato solamente nel paziente adulto. Non è indicato per pazienti pediatrici.
Per il paziente adulto si raccomanda la posologia di 1 compressa (100 mg) al giorno, in un’unica somministrazione.
La prevenzione degli eventi cardiovascolari in pazienti ad elevato rischio dovrà essere effettuata con il dosaggio di 100 mg.
Quando assumere Cardioaspirina?
É consigliabile ingerire il farmaco con un’abbondante quantità di liquido (almeno 1 bicchiere di acqua o altra bevanda) prima del pasto.
Quali sono le controindicazioni di Cardioaspirina?
I pazienti che abbiano almeno una di queste caratteristiche NON DEVONO ASSUMERE CARDIOASPIRINA:
- Ipersensibilità al principio attivo, ai salicilati o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati precedentemente,
- Mastocitosi preesistente, nei quali l’utilizzo di acido acetilsalicilico possa indurre gravi reazioni di ipersensibilità (che comprendono shock circolatorio con vampate di calore, ipotensione, tachicardia e vomito),
- anamnesi di asma indotta dalla somministrazione di salicilati o sostanze ad attività simile, in particolare i farmaci antinfiammatori non steroidei,
- ulcera gastroduodenale,
- diatesi emorragica,
- grave insufficienza renale,
- grave insufficienza epatica,
- grave insufficienza cardiaca,
- trattamento concomitante con metotrexato a dosi di 15 mg/settimana o più,
- ultimo trimestre di gravidanza.
L’acido acetilsalicilico dev’essere utilizzato con particolare cautela nei seguenti casi:
- ipersensibilità ai farmaci analgesici, anti-infiammatori od antireumatici ed in presenza di altre allergie,
- anamnesi di ulcere gastrointestinali, compresa la malattia ulcerosa cronica o ricorrente, o di emorragie gastrointestinali,
- trattamento concomitante con anticoagulanti
- nei pazienti con compromissione della funzionalità renale o cardiocircolatoria (vasculopatia renale, insufficienza cardiaca congestizia, deplezione di volume, chirurgia maggiore, sepsi o eventi emorragici maggiori), poiché l’acido acetilsalicilico può incrementare ulteriormente il rischio di compromissione della funzionalità renale ed insufficienza renale acuta,
- nei pazienti affetti da grave deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD), l’acido acetilsalicilico può indurre emolisi o anemia emolitica. Fattori che possono aumentare il rischio di emolisi sono, ad esempio, un dosaggio elevato, la febbre o infezioni acute,
- compromissione della funzionalità epatica,
- L’ibuprofene può interferire con l’effetto inibitorio sull’aggregazione piastrinica
- dell’acido acetilsalicilico
Quali effetti collaterali possono essere causati da Cardioasprina?
L’acido acetilsalicilico può provocare broncospasmo e indurre attacchi d’asma o altre reazioni di ipersensibilità. Rappresentano fattori di rischio l’asma pre-esistente, la febbre da fieno, la poliposi nasale o le malattie respiratorie croniche.
Può aumentare la tendenza alle emorragie a causa dell’effetto inibitorio sull’aggregazione piastrinica pertanto è necessario prestare particolare attenzione anche in caso di interventi chirurgici mi o estrazioni dentarie.
Può ridurre l’escrezione di acido urico con conseguenti attacchi di gotta nei pazienti predisposti.
L’effetto del trattamento può essere modificato se Cardioaspirina è assunto in concomitanza con altri medicinali quali anticoagulanti.
Cardioaspirina non altera la capacità di guidare o di utilizzare macchinari.
Interazioni
L’effetto del trattamento può essere modificato se Cardioaspirina è assunto in concomitanza con altri medicinali quali:
- anticoagulanti (es. warfarin);
- farmaci antirigetto (es. ciclosporina, tacrolimus);
- Antiipertensivi (es. diuretici e ACE-inibitori);
- antidolorifici e antiinfiammatori (es. steroidi, FANS);
- farmaci per la gotta (probenecid); farmaci anticancro e per l’artrite reumatoide (metotrexato)
Associazioni controindicate:
Cardioasprina è controindicato in associazione con Metotrexato a dosi maggiori o uguali a 15 mg/settimana
Ibuprofene:
Dati sperimentali indicano che l’ibuprofene possa inibire gli effetti dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica quando i farmaci sono somministrati in concomitanza. Tuttavia, l’esiguità dei dati e le incertezze relative alla loro applicazione alla situazione clinica non permettono di trarre delle conclusioni definitive per l’uso continuativo di ibuprofene; sembra che non vi siano effetti clinicamente rilevanti dall’uso occasionale dell’ibuprofene.
Associare Cardioasprina e anticoagulanti può aumentare il rischio di sanguinamento.
Si può assumere Cardioaspirina in gravidanza?
I dati disponibili non dimostrano che ci sia correlazione tra l’assunzione di acido acetilsalicilico e l’aumento del rischio di aborto.
Durante il primo ed il secondo trimestre di gravidanza, l’acido acetilsalicilico non dev’essere somministrato se non in caso di effettiva necessità.
rante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a tossicità cardiopolmonare, disfunzione renale e possibile prolungamento del tempo di sanguinamento.
Chi allatta può assumere Cardioasprina?
Allattamento
I salicilati ed i loro metaboliti passano nel latte materno in piccole quantità.
Dal momento che non sono stati osservati effetti indesiderati nel lattante in seguito ad un uso occasionale, l’interruzione dell’allattamento non è di norma necessaria. Tuttavia, in caso di uso regolare o di assunzione di dosaggi elevati, si deve prendere in considerazione la possibilità di uno svezzamento precoce.
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
Sito web: www.agenziafarmaco.gov.it
Un dosaggio superiore a 100 mg/kg/giorno per 2 giorni consecutivi può indurre tossicità.
Quanto tempo impiega a fare effetto?
I livelli plasmatici di picco vengono raggiunti rispettivamente dopo 10 – 20 minuti per l’acido acetilsalicilico e dopo 0,3-2 ore per l’acido salicilico. Per la presenza del rivestimento gastroresistente delle compresse di Cardioaspirin, il principio attivo non viene rilasciato nello stomaco ma nell’ambiente alcalino dell’intestino. Quindi, l’assorbimento dell’acido acetilsalicilico è ritardato di 3-6 ore dopo la somministrazione delle compresse gastroresistenti, in confronto alle compresse non rivestite.
Miti e leggende riguardanti la Cardioaspirina
Concludiamo analizzando le numerose leggende riguardanti questa specialità farmaceutica.
L’Aspirina assunta insieme alla Coca-Cola non è allucinogena nè letale: dal sito Bayer si legge invece che “la Coca-Cola, contenedo caffeina, non interferisce con il meccanismo d’azione del farmaco, ma ne aumenta le proprietà analgesiche”.
Un’ulteriore mito al quanto astruso deve essere sfatato: la Cardioasprina assunta insieme alle bibite gassate non genera reazioni esplosive.
L’ultimo mito riguarda il fatto che la Cardioasprina vada assunta dopo mangiato perché qualora venga assunta prima si verificherebbe un arresto del processo digestivo degli alimenti. Nulla di più falso, come abbiamo visto analizzando la scheda tecnica del farmaco, Cardioaspirina va assunta a stomaco vuoto.
Questo articolo non vuole essere una guida completa ed esaustiva del farmaco in questione. Ogni paziente deve sempre far riferimento al proprio medico, all’infermiere o al farmacista che sicuramente conosceranno le reali condizioni di salute e quanto riportato sulla scheda tecnica del farmaco presente in ogni confezione in commercio.
Simone Gussoni
Fonti: Torrinomedica, AIFA.